Contro la stupidità

Qualche giorno tutto si oscura attorno a noi, e il buio s'infiltra fino nel nostro credere a Dio. Non nel dubitare di Dio. Lui c'è e ci segue. Ma nell'essere sfiduciati in noi stessi, e negli altri. Non che gli altri non meritino la nostra sfiducia, perché una quota del nostro buio è provocata dallo loro stupidità, che pretende entrare nella nostra vita.
     C'è una stupidità, che ci intenerisce: è quella dei bambini e dei puri di cuore, e che si spinge ad accorrere. Gesù insegnava perché vedeva la gente che era gregge senza pastore.
     C'è una stupidità che ci irrita, quando pretende di entrare nella nostra vita, di correggerla, di cambiarla a sua piacimento. Spesso questa stupidità alligna in chi è convinto di essere superiore agli altri, sotto qualunque aspetto: intelligenza, censo, posizione sociale o gerarchica. È la stupidità dei sacerdoti, degli scribi e di Pilato su l'innocente Gesù.
     A questa stupidità (che non sempre è ignoranza, ma presunzione più o meno orpellata, e cattiveria più o meno raffinata) si oppone la pulizia interiore. Questa pulizia genera ribellione ("sepolcri imbiancati"), o rassegnata sottomissione ("è l'ora vostra e il potere delle tenebre").

Anche su Gesù, luce del mondo, scesero le tenebre.
Eppure il Padre gli provvide sempre di un angelo. L'angelo del Gethsemani. L'angelo che fa dire: "Nelle tue mani raccomando la mia vita".
     Nella vita dell'afflitto si presenta sempre la persona che lo ama, che non l'abbandona.
     S. Giuseppe da Copertino affermava che quando Dio ci abbandona, ci indica di trovare conforto in un uomo o in una donna.
L'affetto di una persona è sempre amore di Dio per noi. Ogni amore viene da Dio.   

GCM    22.04.03