HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2003 > Angoscia da fretta

Angoscia da fretta

Se il nostro ritmo di vita si disaccelerasse un po', gli psicoterapeuti vanterebbero meno clienti, scombinando alquanto l'economia.
Si corre sempre, anche quando ci si pone a letto. Anche il sabato e la domenica. Forse ancor di più il sabato e la domenica (giorni dedicati particolarmente agli incidenti stradali).

Il tragico accade quando si pretende di far accelerare la natura. Si pretende di applicare alla natura il "tempo reale" che abbiamo l'abitudine di usare con i nostri computer.
E la natura ci beffa e si ribella. Per la natura, nonostante la presenza incombente di Bill Gates, occorrono ancora nove mesi o giù di lì, per sfornare un neonato. E di là nessuno si muove.
Perché passi un raffreddore occorrono sette giorni se non lo si cura con farmaci chimici, e occorre una settimana se si usano i farmaci.
Perché si riassorba un lutto, la natura richiede un anno (il buon senso di una volta faceva portare il lutto per un anno). Pretendere di affrettare il riassorbimento di un lutto con gli psicofarmaci, comporta il solo effetto dell'intossicazione. Pretendere di affrettare il riassorbimento con psicoterapie d'urto o direttive, comporta il sorgere di altre forme di disturbo.
Un intervento alle gengive deve attendere un anno per la sistemazione dei tessuti. Se qualcuno pretende di limare la carne, e si rode dentro perché quella si sistema troppo adagio, non fa altro che precipitare nell'ansia, essere angosciato perché non si vede immantinente il risultato immaginato, ossessionarsi nel pensiero della gengiva sformata, e, in conclusione, perdere un anno di tempo nell'afflizione delle proprie ossessioni.

Seguire con pacatezza il muoversi della natura, ci aiuta a godere il presente e matura la psiche.
Seguire la natura è anche uno dei modi di adorare il Creatore della natura.

GCM, 30.06.03