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Fede (coltivata)

     La fede è un dono. La vita è un dono. La salute è un dono. La fede è un dono di Dio. La vita è un dono di Dio e dei genitori. La salute è un dono di natura.
     Però: il conservare la fede, la vita e la salute è un impegno dell'uomo. Il dono si custodisce e si sviluppa con la collaborazione cosciente, perfino talvolta faticosa, di chi ha ricevuto il dono.

     C'è chi, come Montanelli o Tortora, dice di non aver il dono della fede. Invece è più esatto dire che hanno sprecato il dono, se fosse vero che la fede in Dio non ce l'hanno.
     Il bambino (e Adamo) gode di una fede spontanea. Se gli si presenta Dio, il bambino crede.

     Gesù dava per scontato che tutti avevano la fede. Egli rimproverava aspramente la mancanza di fede. Gesù nutriva compassione per le malattie fisiche e psichiche e per i morti. Infatti guariva ammalati. Insegnava alla gente, liberava da ossessioni, risuscitava i morti. Invece, al contrario, non ebbe nessuna compassione per i non credenti. Il credere lo dava per scontato.

     Paolo dice che la corruzione morale non conduce alla mancanza di fede, bensì è una punizione della mancanza colpevole della fede. Chissà perché oggi molti si vantano in pubblico e in privato per la propria corruzione morale!
     L'agnosticismo è la trascuratezza del nativo dono della fede. L'ateismo ne è la distruzione.

     La fede richiede l'impegno per la sua conservazione. Anche la libertà, una volta acquistata, richiede l'impegno per mantenerla. Anche la pace richiede impegno continuo.
     Gesù ha donato e dona il suo Spirito, affinché chi ode l'annuncio, rinverdisca la propria fede e si salvi.
     C'è della gente, che pur di migliorare la condizione economica, compie sacrifici enormi, si procura l'infarto, cade nelle nevrosi da stress o nel burnout. Poi i soldi o li perdono o, al limite, li lasciano quaggiù.

      Pochi si danno da fare per coltivare la propria fede, un tesoro che non si perde e che si porta per sempre appresso. La strada che conduce alla vita è stretta e pochi l'imboccano.

GCM 27.10.01