Nazareth comunità

Gesù visse la maggior parte della vita in una piccola comunità. Qui, per molti anni, fu uno dei tanti. Però covava misteri e intuizioni nuove, che l'avrebbero portato a manifestare una nuova prospettiva religiosa e di fede.

Fino al battesimo, ricevuto da Giovanni, Gesù si era comportato da buon ebreo, religioso e corretto. Dopo il battesimo, scoppiò dal suo intimo e dalla voce del cielo, la sua nuova visione di Dio, degli uomini, della fede.
Però quello scoppio generò nei suoi compaesani, quella duplice posizione che si nota in ogni comunità, ristretta (Nazareth) o ristrettissima (parenti) che sia. Nella piccola comunità (ufficio, famiglia, convento) si possono notare le due principali reazioni di fronte a un membro della comunità, particolarmente dotato dal Padre: ostilità o appopriazione. E' vita di tutti i giorni.

L'ostilità cerca di soffocare il membro della comunità particolarmente dotato: critiche basate furbescamente sulle leggi o sugli usi correnti (farisei e sadducei), lotta contro le sue opere, obliterazione e smemoratezza dei suoi meriti, interventi disciplinari (autorità, superiori, badesse...) per arrestare la sua opera.
L'appropriazione pretende di attribuire al gruppo di appartenenza i meriti del dotato, che non possono essere nascosti ("Fa' anche a Nazareth ciò che hai fatto a Cafarnao" dicono i nazarethani non tenendo conto che a Nazareth non c'era la stessa fede nutrita a Cafarnao).
Le piccole comunità, dopo aver criticato, combattuto e nascosto i meriti della persona dotata (profeta), se proprio non possono negarli, allora proclamano: questo lo fa la comunità. E' un po' il vizio dei genitori: "Vedete come è bravo mio figlio: il frutto non cade lontano dall'albero". E quando i figli sono delinquenti?

GCM 09.05.04