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Luce

Gesù fu esaltato, perché attraversò tutto il percorso stabilito dal Padre sul suo conto: "fare la volontà del Padre".
Come in cielo così in terra. Gesù è l'immagine, il rispecchiamento del Padre sulla terra. Essendo rispecchiamento, egli operò, visse, parlò.
Gesù stesso si dichiarò rispecchiamento del Padre, quando sentenziò: "Chi vede me, vede il Padre".

La fede in Gesù è la quintessenza del cristianesimo. La fede ci rende partecipi visceralmente di Gesù. Paolo ci assicura che siamo addirittura "parte" di Gesù: lui il capo, noi le membra, secondo l'immagine corposa di Paolo.
Allora non ci meraviglia affatto, la pur meravigliosa affermazione dello stesso Paolo: "Nella nostra faccia è rispecchiato il volto del Padre".

Il far la volontà del Padre è il rispecchiare Dio nella nostra faccia. La sua luce nei nostri occhi e nella nostra pelle. Come accadeva a Mosè, quando si poneva al colloquio con Dio.
Il "far la volontà del Padre in terra come in cielo" non si riduce a eseguire dei comandi, ma è, prima di tutto, essere luminosi per illuminare.
Essere luminosi: "Vedano le vostre opere buone!"

Gesù fu "assunto nella gloria" perché aveva illuminato la gente con la luce che egli rifletteva dal Padre. La volontà di Dio per Gesù non si ridusse a far di Gesù un "pio ebreo praticante" - come Gesù stesso aveva immaginato, quando si recò da Giovanni a ricevere il battesimo (la giustizia!). La volontà del Padre fu che egli doveva essere luce.

Noi, luce in Gesù, ci salviamo non tanto perché siamo "pii", ma perché siamo "luce". "Voi siete la luce del mondo".

GCM, 07.08.01