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Felici voi

È proprio vero: una persona felice rende gli altri felici. Una persona imbronciata e triste si rende anche scostante.

La dinamica sociale della felicità, che si espande e contagia, noi, credenti in Gesù, la desumiamo principalmente dalla Resurrezione. Sappiamo che anche il peggior nemico, la morte, sarà sconfitto.

Nella nostra vita, lentamente, ci siamo accorti che ogni successo è parziale, ogni giustizia umana è relativa, ogni sopruso prima o poi ricade su chi l'ha perpetrato. E allora abbiamo cercato se veramente esistono il successo totale, la giustizia vera, il superamento tranquillo dei soprusi. Se avessimo trovato vittoria, giustizia e libertà, gli avremo dato l'assenso con tutta la nostra vita.

Ci siamo accorti felicemente che in Gesù Risorto si attua finalmente la giustizia piena: l'innocente è premiato. Si spalanca il successo: risorto Egli penetra tutto, si beffa dei muri, è presente nella storia e nell'eternità. Il successo suo è pieno: il Padre lo costituisce Cristo e Signore. Nello spazio del suo cammino terreno (che fortunatamente fu abbreviato) egli rifiutò di essere nominato Cristo. Ma adesso non più.


Il sopruso dei sacerdoti e dei potenti ricadde su di loro. Persero la grande occasione, che li avrebbe resi beati.

Noi invece accettiamo la beatitudine, che lui ci porta (beati i poveri!), e, con questa, la felicità (che il mondo invidia, ma che rapir non può: come ci ricorda il Manzoni).

Chi non accoglie la beatitudine, si espone ai "guai a voi" del Vangelo di Luca. Egli nutre nel suo seno continui germi di infelicità, che neppure il divertimento più sfrenato riesce a distruggere: chi non sta con il risorto, campa la vita in prospettiva della morte.

Esposti al sole del Vangelo, noi siamo pure esposti alla luce di Dio. Diventiamo luminosi della sua felicità. Poi altri vedranno la nostra luce e glorificheranno nostro Padre.


GCM, 22.04.02