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Consolazione

Chi giace in un pianto arrabbiato, rifiuta di essere consolato. Chi non vuol restare umiliato, ricusa ogni consolazione.
Invece il povero sofferente accetta la consolazione, e semplicemente la chiede.
Secondo Paolo, Dio  è il Dio di ogni consolazione. Per mezzo di Gesù, abbonda la nostra consolazione.

Il cristiano è colui che accetta la consolazione di Dio, poiché è un uomo o una donna, e non un superuomo.
Eppure incontriamo, nella nostra strada, cristiani sconsolati, religiosi tristi, fedeli scontenti. Perché? Forse perché non accettano la consolazione di Dio, che ci raggiunge attraverso lo Spirito. Frutto dello Spirito è la consolazione.

La principale consolazione per me cristiano, è la sicurezza della mia salvezza. Da questa consolazione fluiscono tutte le altre consolazioni.
Io sono certo di aver già oggi la vita eterna. Essa non è un premio per la mia bontà, né un merito per le mie opere buone. È un dono presente: questa è la vita eterna, credere nel Padre e nel Figlio. Se credo, sono già entrato nella vita eterna. Essa è mia. Mia di sicuro. E questa sicurezza è la mia consolazione perenne, che mi è entrata nelle ossa e mi accompagna ogni istante.

Per troppo tempo il cristianesimo è stato afflitto da commercialità: se oggi osservi le leggi, domani ti meriterai la consolazione della vita eterna.
Invece no: oggi ho la vita eterna, che è compiegata e inclusa nel dono della fede. Se sono sicuro di avere una fede per quanto piccola, sono pure sicuro di avere già oggi la vita eterna, e questa è la mia grande incancellabile consolazione.

GCM 11.06.01