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Caparra

Caparra: anticipo del possesso pieno, eppure già possesso.
Or bene, lo Spirito Santo è caparra. Lo Spirito Santo ci è stato donato, e abita in noi. Quindi in noi c'è l'anticipo di un possesso.
Possesso di che? - Della vita eterna. Parola grossa, che noi pronunciamo con quasi indifferenza. Perciò la vita eterna è cominciata realmente in noi. Oggi viviamo eternamente.

Qualunque sia il significato di "eterno", noi siamo nell'eterno. "Eterno" può tradursi con "eone", con "durata senza principio e senza fine", con "condizione fuori delle strettoie dello spazio , del tempo, e della terza dimensione", ecc. Noi, comunque, siamo in quell'eterno, che dentro di noi si sta sviluppando, e nel quale noi ci sviluppiamo.

Il possesso incipiente è sicuro, perché lo Spirito ci garantisce. La fede ci abilita ad essere più sicuri della presenza e dell'opera dello Spirito, che non dei nostri pensieri e dei nostri risultati: come fieno falciato e incendiato è la vita temporale dell'uomo, mentre Dio rimane in eterno.
L'inizio della seconda lettera, spedita da S. Paolo agli amici cristiani di Corinto, è gravida della sicurezza della vita eterna nei cristiani. Il fatto stesso che alcuni scaricatori di porto avessero creduto in Gesù, forniva a Paolo la certezza che a Corinto era entrata la vita eterna. Quel piccolo gruppo aveva catturato la potenza di Dio (manifestata nella stoltezza della Croce!), e l'aveva inserita nella città di Corinto, come "lievito" nella pasta, se ci è comodo usare le parole di Gesù.

Forse noi, credenti del 2000, non abbiamo ancora realizzato di essere il lievito di Dio dentro una massa pagana. Lievito, sì anche attraverso azioni visibili, ma soprattutto con la densità contagiosa della nostra semplice fede. Caparra, perciò, di vita eterna per noi e per il gruppo civile in cui viviamo.

GCM 12.06.01