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Temere Dio

Timore e amore verso una persona sono atteggiamenti antagonisti. Il timore insospettisce, l'amore confida. Il timore genera odio, anche quello latente, l'amore produce l'armonia. Il Dio temuto è semplicemente il Dio odiato, che si subisce e non si bestemmia solo per paura dei castighi: comunque lo si tiene lontano il più possibile.
     Amare Dio è l'opposto del temerlo. L'amore rispetta, non teme. Rispetta proprio perché ama e stima la persona amata.
     La disistima è indice di non amore, la disistima è un odio trapelante, ma non apertamente confessato.
     Non è possibile disistimare una persona e contemporaneamente amarla. Ma una persona che ci contrasta, che intralcia il nostro cammino, che si allea ad altri per umiliarci e combatterci, riesce a non solo amare, ma anche a essere amata?

Non può amare: è patente. Eppure può essere amata, quantunque questo amare sia difficile.
     Dio, che amiamo e non temiamo, riesce ad amare il peccatore. Paolo afferma che Dio ci amava già quando eravamo peccatori.
     Come fa Dio ad amare chi non stima?
     Oppure: come fa ad alimentare stima per chi non è stimabile, per poi poterlo amare? Forse Dio, l'amabile, stima il proprio amore (il Figlio, lo Spirito Santo) che sta per riversare sulla creatura peccatrice?
     Eppure Dio veramente ama. Questo ci fa stimare e amare Dio.

Proprio qui si distingue la vera dalla falsa fede. Chi teme Dio, crede di credere a Dio, mentre si fida soltanto delle proprie paure.
     Pure noi, quando non stimiamo una persona, non l'amiamo. Per amarla è necessario un supplemento di coraggio, che soltanto lo Spirito d'Amore può donare.

GCM, 24.05.03