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Padre nostro 1

Formula o atteggiamento? Purtroppo esso è stato ridotto solo a formula.
Chiesero a Gesù: "Insegnaci a pregare". Non era richiesta di una formula (preghiera), ma di un atteggiamento (pregare).

Gesù indica l'atteggiamento:

  1. Non moltiplicare parole, come fanno gli ipocriti, che s'illudono di far "cedere" Dio, dopo averlo stancato (defatigare deos).
  2. Non rivolgersi a un Dio cieco: "Vostro Padre conosce le vostre necessità, prima che apriate bocca".
  3. Ricordarsi che Dio è "Padre nostro", non un despota irraggiungibile.
  4. Vivere il Padre affettuoso e premuroso ("Sapevo che tu mi ascoltavi!"), ricordandosi che è sublime, Dio ("nei cieli"), di cui in quanto figli siamo orgogliosi.
  5. Dio è con noi (Emanuele) in Gesù, perché noi accogliamo il suo dolcissimo splendore ("il tuo regno"), e godiamo del suo amore, che è l'unica esigenza di un vero Padre. lo stesso amore che stringe la Trinità, in un volersi bene eternamente, lo accogliamo anche noi da figli sulla terra, come l'accoglie il Figlio nei cieli.

La "volontà" di Dio non è un'imposizione. Né nel cielo: i tre si amano senza obbedire a un comando, spontaneamente. Né sulla terra: aderiamo a Dio non perché schiavi, ma perché "attratti naturalmente dal Padre".

Il Padre nostro ci insegna a pregare. Non a dire preghiere. Penetra il cuore perché si accenda, non si ferma sulle labbra perché articolino suoni.
Quanta amarezza genera quell'udire "recitare" più o meno affrettatamente il Padre Nostro durante la Messa. Preti e laici blatterano alcune frasi, mentre il Padre si attende il cuore che si alzi e ami.
L'atteggiamento di amore nel pregare è creato in noi dallo Spirito che grida: "Abbà è Padre!".
Sta a noi accogliere liberamente lo Spirito.

GCM, 21.06.03