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Dacci oggi

Di solito diciamo che è la seconda parte del Padre Nostro, quella che s'inizia con il "Dacci oggi …".
     Forse può esser letta e detta e vissuta, non come una parte stante a sé e conclusa. Una parte che ci rende attenti alla terra, dopo aver guardato il cielo. Lì il Padre, riconosciuto Dio che è nei cieli, qui il riconoscere la nostra povertà di uomini sulla terra.

C'è, nel Padre Nostro una cerniera importante: "Come in cielo così in terra". È cerniera tra cielo (divinità, Dio) e terra (umanità, uomo). Questa cerniera è espressa vigorosamente, icasticamente, nella dolce persona di Gesù, l'amore del quale ci "urge", come si esprime Paolo di Tarso.
     Or dunque dopo il vocabolo "terra", io non apporrei un punto fermo, ma semplicemente il punto doppio. Come a voler dire: "la volontà del cielo si attua in terra, con le seguenti esigenze".
     Il regno dei cieli trasferito in terra si realizza con il pane, il perdono, la liberazione dal male. Cioè vivere, essere in armonia sociale, essere protetti dal male. Sopravvivenza, concordia, protezione.
     Ciò che è più esorbitante da queste tre esigenze, non fa parte del "regno dei cieli sulla terra".

Il pane quotidiano infatti è lontano dal dominio della terra, che si concreta nella conquista cruenta delle armi e in quella subdola e perfida della ricchezza.
     Il perdono allargato verso i nostri debitori, produce un'attiva armonia sociale, a realizzare la quale sono insufficienti l'ONU, la polizia e le conferenze internazionali, come è constatabile. Il mondo non si armonizza senza la pulizia delle coscienze.
     La protezione dal male è un compito che Dio si è assunto, perché è Padre. A una condizione: che ci fidiamo di lui: è questione di fede.

GCM, 21.07.03