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Dio felice

Nella letteratura cristiana e nella predicazione cattolica normalmente si dà per scontato che Dio è tuffato nella beatitudine, in un oceano di pace. Alcuni descrivono questa beatitudine con pennellate che assomigliano straordinariamente a quelle che descrivono i fumatori di o i consumatori di cocaina: una beatitudine passiva e stuporosa.

     Negli anni settanta del secolo scorso, molta letteratura tentò di descrivere il dolore di Dio, o la sua infelicità. Era una specie di contributo e di sottomissione ai teologi della morte di Dio, e ai teorici del freudismo e del marxismo.

     Però, Dio non è né sofferente, né un passivo stuporoso. Dio è sempre in azione, come dice Gesù. La felicità è partorita dall’azione. Il passivo può raggiungere la tranquillità pacata del nirvana, ma non conosce la felicità della riuscita, la gioia del successo.


     Quale “attività” esercita Dio? L’attività dell’amore che dona. Il Padre amando dona l’eterna esistenza al Figlio. Il Padre, grazie al suo progetto eterno, dona l’esistenza al cosmo che si dilata, all’uomo capace di intendere e di amare.

     Dio è felice, perché dona. Eppure la sua felicità si completa solo quando colui, al quale è offerto il dono, accetta di buon grado, anzi con tripudio il dono. Il Padre è felice, perché il Figlio accetta volentieri di essere Figlio del Padre, perché il mondo si accetta evolvendosi secondo il progetto di Dio. Anche gli uomini possono contribuire alla felicità di Dio: però il loro contributo esige la collaborazione della libertà.

     La felicità di Dio è completa, se io sono contento di essere donato da lui e di vivere ogni momento, ogni azione e ogni bene nel sorriso riconoscente. Gesù, secondo quanto ci riferisce Paolo di Tarso, affermò: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”.

     Tutti noi abbiamo sperimentato la felicità del dare, quando non ci sentivamo “in obbligo” di dare, ma avvertivamo il bisogno di dare, e quando che riceveva apprezzava il nostro dono, perché esso rispondeva a un suo autentico desiderio. Questa felicità del dare supera di molto quella del ricevere.
Dio è infinitamente felice, perché dona senza fine.

GCM 09.01.01