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Segreti di stato

Quante porcherie inconfessabili, ambizioni, ruberie, angherie di potenti su deboli, uccisioni di innocenti, e simili nefandezze sono nascoste sotto la significativa indicazione di "segreti di stato"!
     Sono veramente il ludibrio di uno Stato e dei politici.
     In Tobia leggiamo: "È bene tener nascosto il segreto del re, ma è giusto rivelare e manifestare le opere di Dio! (12,7).
     Anche Gesù era di questo parere: "Ciò che è nascosto, esponetelo alla luce. Quanto vi è sussurrato all'orecchio, urlatelo dai tetti!".

Per Dio e per Gesù non esistono segreti di Stato. Non hanno delitti o mene da nascondere. Addirittura, per spalancare luce infinita, il Verbo si carnifica, si umanizza.
     Dio non ha paura di essere visto. Anzi fa di tutto per svelarsi.      Non ha nulla da celare, come fanno i piccoli e i grandi delinquenti, ossia quelli che si rinchiudono nelle carceri e quelli che governano, i poveri Giovanni Battista innocenti in carcere, e i ricchi Erode malfattori sul trono. Allora e oggi.

E come la mettiamo con i segreti di Stato del Vaticano?
Come ogni altro segreto di Stato. Se resta segreto, è dalla parte dei reggitori del mondo. Con tutte le conseguenze ovvie, compresa quella di non essere capiti da noi povera gente, e di restare lontani da noi, staccati, fuori della comunione. Perciò alieni o anche nemici dello Spirito.
     Segreti di Stato, e del re (!), sono la diplomazia e l'ermetismo dei dicasteri e delle conferenze episcopali, delle curie e dei tribunali ecclesiastici. Sono necessarie prudenze? Sì, ma la prudenza degli uomini non favorisce l'opera di Dio! Ci avverte la Scrittura.
     Comunque fino a che resta il segreto del re, non serve alla manifestazione delle opere di Dio.

Sono due versanti inconciliabili: "I reggitori di questo mondo fanno così, ma non dovete fare altrettanto voi" troviamo scritto nel Vangelo.
     Predicano di restare in comunione, certi signori, ma intanto sono i primi a staccarsi dalla comunione per mantenere il segreto del re.

GCM, 28.01.03