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L'immagine di Dio

Dio è invisibile, non riproducibile. Però noi siamo dotati anche di immaginazione. Perciò quando amiamo Dio con tutta l'anima, con tutto il cuore, con tutte le nostre forze, anche la nostra immaginazione è coinvolta.
     Quando Gesù parlava del Padre, usava sempre il proprio immaginario. La stessa parola "Padre" è un'immagine applicata a Dio. E poi...i capelli del capo, gli uccelli, i gigli del prato, l'amore...tutto ricorre all'immaginario, per non parlare delle parabole.
Immaginare il Padre, immaginare Dio.

Ci hanno insegnato a immaginare Dio "là". Nel cielo, sulle nubi, nel mondo.
Più raffinata, e in armonia con l'induismo, è l'immagine di Dio presente nel nostro cuore. Immagine rafforzata dal raccoglimento dopo la comunione sacramentale.
     Altri immaginano di tuffarsi in Dio, in questo "oceano di pace".
     Freud ricordava il "sentimento oceanico" quando trattava di religione. Noi tuffati dolcemente in Dio, mentre siamo tuffati nell'universo.
     Altri ancora immaginano il rapporto con Dio nel contesto trinitario. Nello splendente e dolce "ambiente" che è la Trinità, io, figlio nel Figlio, sono in continua relazione dialogica con il Padre.

Probabilmente, durante la vita, abbiamo sperimentato tutte queste e forse altre immagini di Dio.
     Evidentemente Dio è al di fuori di ogni nostra immagine fantastica o dipinta. L' unica risorsa che ci resta è la fede. Però guai proibire a noi l'immaginare Dio. E' un peccato di iconoclastia. Guai altrettanto ad assolutizzare un'immagine di Dio: è idolatria.
     L'atteggiamento: fidarci liberamente delle nostre immagini, ma soprattutto abbandonarci all'azione dello Spirito Santo, che ci conduce al Padre.

GCM, 22.08.03