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Consegna di Gesù

Giuda, colui che lo consegnò! Traditore.

Nel capitolo 2 degli Atti degli Apostoli si legge un altro "consegnò" Gesù. "Gesù di Nazaret … che, secondo il prestabilito progetto e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce". Dio è correo con Giuda? Dio consegna Gesù agli uomini, affinché lo sgozzino, quel Dio che aveva impedito ad Abramo di sgozzare il figlio?

Forse un primo aiuto a comprendere le differenza tra le due consegne ci viene dalla lingua greca: per Giuda il Vangelo usa il verbo "paradidomi", per Dio il verbo "ecdidomi" (Atti 11.23) o semplicemente "Didomi" (Gv 3.16). Spesso i significati tra paradidomi e ecdidomi si confondono. Però per consegnare una persona al tribunale usa di preferenza paradidomi, mentre per consegnare una persona al matrimonio è preferito ecdidomi.

È più chiaro il senso in Giovanni 3: "Dio ha amato il mondo così da dare il figlio, affinché tutti acquistino la fede tramite suo". Un dono quindi in vista della fede, non in vista di una uccisione.


In realtà, c'è un progetto eterno di Dio: donare e consegnare il figlio agli uomini. Lo stesso eterno progetto, che considera da sempre la chiamata di ogni uomo a Gesù - come specifica Paolo - non certo per mandare tutti al macello. Or bene "questo figlio donato (o consegnato all'uomo), voi l'avete ucciso per mano di delinquenti".

Dio dona, l'uomo calpesta il dono di Dio. Il regalo fatto da tanto amore, viene rotto, assassinato dagli uomini.


Conclusione: ci sono due maniere di consegnare. Quella suggerita dall'amore del Padre. Quella suggerita dalla cattiveria di Giuda.

L'amore del Padre è indomito. Gli uomini non hanno accettato Gesù vivo, ora Dio ripresenta Gesù risuscitato. Egli vuole che il suo dono sia eterno, intramontabile, poiché lui è eterno e non si pente.


GCM, 13.05.03