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Psicologia e Bibbia

La Bibbia è il modo con cui Dio ci comunica il suo Amore. Perciò leggere la Bibbia non è una curiosità intellettuale, ma un accettare l'Amore di Dio.
La Bibbia descrive l'uomo. E ognuno di noi impara a identificare se stesso, il proprio destino, la propria struttura, se illuminato dalla parola di Dio.
Le persone, afflitte da ossessività, evitano lo psicologo, perché affermano che per conoscere se stesse basta la "Parola di Dio".
La psicologia quindi è inutile per chi legge la Bibbia?

Mi pare che sia opportuno ricordare alcuni concetti.

  1. Molti libri della Bibbia, soprattutto i sapienziali, assumono categorie psicologiche del tempo in cui furono stilati.

  2. La psicologia può aiutare a conoscere meglio la Bibbia, come sono di aiuto altre discipline: geografia, storia, esegesi, linguistica, teologia, ecc...

  3. La psicologia aiuta ad accostare la Bibbia a "questa" persona concreta, con le sue dinamiche psichiche, e quindi a applicare la Bibbia su un terreno arato.

  4. La psicologia, cercando di conoscere l'uomo, è capace di formulare le costanti psichiche dell'uomo d'oggi, come dell'uomo biblico.

  5. La psicologia non pretende di essere assoluta, né di impancarsi come unica scienza dell'uomo. Perciò lo psicologo credente afferma con gioia che l'unico assoluto è Dio, il quale non può essere sostituito né da Freud, né da Jung, o da altri.

  6. Eppure quanti particolari biblici che sfuggono ai lettori e anche agli esegeti, sono scoperti dagli psicologi! La psicologia diventa utile non solo per scoprire il testo sacro, ma anche per sentirlo vivo e applicabile anche oggi.

La Bibbia mi aiuta a scoprire il mio vero io, ma su una base di verità psicologica.

GCM 20.01.04