HOME

Home > Chiesa VANGELO > Articoli 2003 > Lezione

Lezione

La lezione fu lunga, ma non ci è stata trasmessa. Dopo venti secoli ci rompiamo ancora la testa per scoprirla.
La lezione fu impartita da Gesù ai due discepoli di Emmaus, il pomeriggio della risurrezione.
     "E cominciando da Mosè e da tutti i profeti interpretò, a favore dei due che l'ascoltavano, ciò che lo concerneva in tutte le scritture".
Per forza si fece sera. Lezione interessante e lunga. Gesù non aveva la smania che hanno certi critici delle prediche "lunghe". Questo critici si stancano, perché anziché porre attenzione al contenuto, pongono interesse all'orologio.
     I due di Emmaus erano chiaramente interessati al contenuto. Finalmente avevano incontrato uno che scioglieva i loro dubbi, e, con essi, la loro angoscia.
     Erano angosciati e parlavano tra di loro degli avvenimenti degli ultimi giorni. Parlavano della loro angoscia, della loro disperazione, del loro dolore.
     Parlavano tra di loro, non con Dio. Erano sinceri nell'esprimere il dolore. Non facevano preghiere.

Dio è buono e si commuove dove vede un dolore vero. Nel passato aveva detto a Mosè: "Ho sentito le grida del popolo oppresso". Il popolo non aveva pregato, eppure la sua sofferenza era grido a Dio, era preghiera.
     Anche sulla strada di Emmaus, con i due camminava un dolore pesante. E Gesù udì quel dolore, quel dolore lo attirò. Egli infatti aveva provato, qualche ora addietro, che cosa significa patire nella carne e nello spirito.
     I due, ormai, non pensavano più a Gesù. Gesù invece pensava a loro, adesso che, dopo essere stato lui stesso alla scuola del dolore, era libero dal suo dolore. Nel suo dolore agli apostoli aveva chiesto sollievo, che però non gli era stato dato. Ora non si sente di non dar sollievo a chi patisce per lui. Gesù è buono. Ci insegna.

GCM, 23.04.03