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L'inizio

Il cristianesimo è agli inizi. Sì, qualcuno l'ha intuito e ci ha regalato questa sua intuizione, illuminata dallo Spirito di Dio.
     Alcuni interpretano la frase come "il cristianesimo è ancora all'inizio".
     Io preferisco sentire che il cristianesimo, per non tradire se stesso, è sempre all'inizio. Forse deve restare perennemente all'inizio. Soltanto così resta possibile e verosimilmente intatta, la fiducia soltanto in Dio.

Il cristianesimo d'inizio mantiene la propria freschezza e la propria forza di penetrazione nello Spirito.
     Lungo la storia le istituzioni cristiane si sono lasciate travolgere dalla tentazione del potere. Fino a giungere all'assurdità gregoriana, che imponeva all'Europa la scaletta gerarchica: Dio, il Papa, l'imperatore. E così il Papa si poneva sopra l'imperatore, e - soltanto formalmente - sotto Dio.
     Si dimenticò e si dimentica che potere e amore non s'accordano, e una Chiesa abbarbicata al potere, non è la Chiesa della carità.

L'infiltrazione malefica del potere nella Chiesa ha sempre provocato danni enormi: per esempio, la sottomissione forzata degli umili e degli ignoranti, il rogo dei devianti, la verticalizzazione inibente le novità dello spirito, la sistematica opposizione ai santi (vedere il P.Pio da Pietralcina), ecc. Sono questi e altri i frutti del potere, che - con Paolo - scopriamo essere i frutti della "carne".

Se la Chiesa tutta si svestisse del potere (sia di comandare, sia di non nutrire iniziative, accomodanti nell'obbedire), allora riemergerebbe l'amore, la freschezza l'inizio.
     Dio è l'inizio e Dio è amore. Per restare nel "suo" amore, è necessario abbandonare il potere. Ogni potere. Abbandonando le spire diaboliche del potere (ossia lasciandosi liberare dal Satana: superbia della vita!), noi Chiesa resteremo saldati all'inizio, cioè al Verbo, cioè a quell'essere sempre "figli di Dio".

GCM 01.06.04