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Latte e dande

Nel libro dell'Esodo, troviamo una descrizione minuziosa del comportamento che gli Ebrei dovevano assumere nel partire dall'Egitto.

Vestire così, stare in piedi così, mangiare così, bruciare gli avanzi, ecc. Indicazioni particolareggiate.

Dio guidava un popolo infantile. Questo usciva da secoli di schiavitù, iniziava il difficile cammino di una libertà sconosciuta. E Dio, Padre, a educarli, passin passetto, nell'affrontare i primi metri del percorso della libertà.


Il guaio arriva dopo, quando cioè farisei e sacerdoti, pretendevano di continuare a osservare alla lettera quelle indicazioni, che erano state dettate a vantaggio di un popolo bambino. L'allattamento al seno non è opportuno in ogni età.

Da questo voler mantenere il popolo eterno bambino scaturisce ogni fondamentalismo, anche quello cristiano.

Scribi e Farisei pretendevano perfino da Gesù l'osservanza letterale delle norme antiche. Ogni codice, sacro o profano, tende a mantenere i "sudditi" nell'infanzia.

Gesù era una persona seria, adulta e libera: viveva e lasciava vivere (lasciar vivere non è qualità dei pavidi e degli integrati), perciò rappresentava un pericolo per l'istituzione stabilizzata e sclerotizzata.

Ogni persona, che, seguendo Gesù, supera le leggi che costringono all'infanzia, rappresenta un pericolo, e i "superiori" la umiliano, la castrano, la inchiodano in croce.


Viviamo in gruppi, civili o religiosi, nei quali diventare adulti, liberi, è un delitto. Per i soloni del diritto e della pietà (cioè che fanno pietà), non essere più bambini è ledere la maestà di chi proclama "il superiore sono io!". Superior stabat lupus, scrive Fedro. Paolo esortava i suoi a smettere di succhiare il latte, e a nutrirsi di cibo solido.

So che Gesù e Paolo sono finiti male. Ma forse avevano ragione loro.


GCM, 18.07.03