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Gregge sparuto

Il regno dei cieli è simile a un seme di senape o a un pizzico di lievito.

Quando il cristianesimo si diffuse, da movimento di fede assunse le sembianze di religione. In quanto religione, fu inquinato dal potere, un potere che credeva doveroso organizzare le Crociate, o costituire lo Stato Pontificio.

Oggi la parte più vivace del cattolicesimo è presente nei movimenti.


Oggi il cattolicesimo lo si può osservare sotto due aspetti: il sociologico e il credente.

Sociologicamente il calo dei praticanti è sempre più vistoso. La percentuale dei praticanti è infima. Si attua anche oggi la parola: "Piccolo gregge". È quindi emersa l'inconsistenza di un cristianesimo sociologico, tanto caro anche a Papa Pio XII.

Però la fede ci indica un'altra prospettiva, che certamente non è quella del numero. Pochi o molti, grandi o piccoli, nobili o plebei sono categorie che non interessano la fede. La fede guarda soltanto se lo Spirito di Dio opera. Se lo Spirito di Dio agisce nel pizzico di lievito, la massa ne risente, ne è pervasa, comincia a provare i brividi e i fremiti della vita.


Il piccolo gregge ha la missione di santificare tutta la massa sociale. Forse quel resto di cattolici, che siamo noi, non ha ancora preso coscienza di essere i salvatori di questa nostra società malata di ateismo berciante o strisciante.

Mosè parlò, quella volta, con Dio e poi scese con le tavole della legge. Incontra tutto il popolo dedito all'idolatria, a cominciare dal "Sommo Sacerdote" Aronne. L'unico, uno solo notiamo, fedele a Dio è Mosè. All'inizio di tanto guasto Mosè si adira, ma poi fa l'unica cosa valida che possa fare un credente solitario in una folla pazza: ritorna a pregare, a parlare con Dio.


Forse nei pochi che crediamo rimane l'unica risorsa: la preghiera. Ma la preghiera rinfranca e ci restituisce l'umile coscienza di esser ancora i salvatori della nostra comunità e della nostra società.


GCM, 28.07.03