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Persone e unione

Due correnti di pensiero si presentano oggi: la necessità di accentrare e unire le forze, e il bisogno di decentrare il potere. In Italia: il governo romano forte, e il federalismo.

Due sono i pericoli che si nascondono in queste concezioni, se portate all'estremo: da una parte la tentazione delle "forze unite" va verso la massificazione statale o superstatale, di qualunque colore, di destra o di sinistra, dall'altro lato invece nasce la parcellizzazione come tentazione del decentrare.


Tuttavia resta un pericolo ancor più grande: che una di queste forze prevalga sull'altra, per arrivare o allo statalismo comunista o nazista, oppure all'anarchia: due mali che la Russia ha conosciuto, sia al tempo degli zar che dopo.


Nella chiesa cattolica è prevalsa e prevale la tendenza al centralismo autocrate, alla massificazione, orpellata come unità nel Signore. La contraddizione nella Chiesa risalta immediatamente: a parole la Chiesa difende il valore assoluto della persona, in pratica il centralismo ecclesiastico può sfociare nell'imperare e nel soffocare: anche il cattolicesimo può ammalarsi di curia.


Più si è accentrati e meno si cresce. Sembra che la recente esperienza del comunismo non abbia insegnato gran che alla Chiesa. La demotivazione ad agire e l'arretratezza dei paesi del socialismo reale, dove la creatività personale era conculcata, sembra proprio non indichino nulla alle strutture autocrate e centripete di una certa organizzazione chiesiastica.


Quando si accentra il potere, le leggi tendono a eguagliare e ad appiattire le persone, evitando di riconoscere le esigenze del particolare (Machiavelli?). Le uniche esigenze che dettano legge sono quelle del capo e dei suoi collaboratori, inginocchiati davanti al capo. Poi ci si lamenta perché oggi noi siamo tuffati dentro una chiesa senza gioia. E, cosa ancor più strana, dal centro poi si pretende di imporre la gioia, dopo aver soppresso gli spazi della creatività.


Non tiene più la grande lezione della Chiesa e delle chiese dei primi secoli, durante il primo grande periodo di espansione. Allora i Vescovi si univano nella carità e nella fede, ma ciascuno era libero nel proprio territorio, e vigilante perché i cristiani e i loro ministri usassero le libertà in modo creativo e costruttivo. Avremmo avuto un Agostino di Ippona senza libertà? I Vescovi non imponevano, ma richiamavano. Per esempio, di quanto Spirito di Dio è stata privata la chiesa, quando fu ridotto al silenzio un uomo come P. Pio da Pietrelcina, chiaramente segnato da Dio!? Allora il centro prevalse sulla periferia, la novità fu imbavagliata … proprio come si narra negli Atti degli Apostoli, quando le autorità centrali tentarono di impedire all' Apostolo di predicare Gesù.


Dalla storia non si impara nulla, quando il potere prevale sullo Spirito. Lo Spirito Santo anche oggi volteggia liberamente nella Chiesa di Gesù, suscitando carismi singoli e carità comune. Ma purtroppo ancora molto si fa dagli operatori di volo, attraverso leggi e decreti, per deviare il volo dello Spirito e indirizzarlo a bassa quota.


GCM 12.11.01