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Conoscere la gente

Rammento l'enfasi con la quale fu presentato il cosiddetto nuovo catechismo della chiesa cattolica. Eravamo di sera, nella sale conferenze della Camera di Commercio.

Allora mi balenò spontanea una semplice domanda: Perché, per chi? - L'opera, che si presentava ponderosa, veniva pubblicata per rispondere a un'esigenza di chi? Dei Vescovi o del popolo? Quanti dei presenti avevano atteso con desiderio e con ansia la pubblicazione del libro? O semplicemente: il libro era atteso?


Appariva evidente che la pubblicazione del testo rispondeva a un'esigenza di chi credeva di aver interpretato il bisogno del popolo di Dio. Ma il popolo di Dio ne aveva sofferto in antecedenza la mancanza? Aveva avvertito la mancanza di un manuale, che raccoglieva dottrine più o meno ufficiali, più o meno gradite ai vescovi o ai dicasteri romani?


Era, quel catechismo, l'espressione di chi, guardando indietro,, raccoglieva idee e documenti, oppure di chi, guardando al presente e spingendo lo sguardo in avanti, tentava nuove strade per rispondere più ai bisogni della gente e meno alle ansie dei pastori?


Forse oggi noi, popolo di Dio, abbiamo bisogno di rispolverare il Vangelo, di bere acqua pura, di respirare aria non inquinata.

Se, invece di buttare sulle nostre spalle secoli di dottrina ufficiale, ci fosse stata indicata la via semplice, che si chiama Gesù, forse il catechismo si sarebbe confuso con l'annuncio, cioè poche pagine sciolte ed essenziali, con lo stile che hanno insegnato gli evangelisti.


E così esso è passato a riposare nella biblioteca degli specialisti, e noi abbiamo perduto un'occasione.

Gesù parlava perché "conosceva le sue pecore". La conoscenza delle pecore oggi è facilitata dalle tecniche sociologiche. Dalla gente si parte, perché Gesù è venuto a salvare le persone e non un corpo di dottrine, per quanto rette e sublimi e ortodosse e anche opportune.


GCM 02.12.01