Musica e liturgia: 01-06

1) L'estetica

Per liturgia intendiamo la fonte e il culmine visibile della vita di noi chiesa: la cosiddetta messa.
Quindi solamente prendendo coscienza di ciò che veramente è la messa, si riesce ad "armonizzare" la musica non solo con se stessa (tecnicamente e artisticamente), ma anche con la messa.
Il canone estetico della messa, non è principalmente desunto dalle norme dell'arte. Infatti la bellezza della messa non consiste nelle cose (statiche, lette, cantate) ma nell'immenso dono di Dio: Gesù con noi e in noi.

La messa, fondamentalmente, è Gesù con noi, vissuto (e non solo ricordato) nella sua parola e nel pane e vino eucaristici. E' la sua presenza che dà il "tono" alla messa, e ne decide il carattere. Ogni abbellimento che non veicola Gesù a noi e noi a Gesù, è un intruso inutile, se non addirittura dannoso.
Il pretendere di rendere la messa più appetibile con ritrovati efficaci per altri incontri, è semplicemente fuorviante.

Gesù, quando manda i suoi discepoli a due a due in missione, li sveste di ogni supporto umano: non due vesti, non denaro in tasca, neppure pane per il viaggio... Così oggi, per rendere efficace la parola di Dio, ci si deve affidare alla dinamica della sua parola. I ritrovati pubblicitari per vendere i detersivi non si addicono alla parola di Dio. Ciò con buona pace del fracasso dell'anno giubilare.
Una cosa è usare i mezzi che servono all'annuncio (carta, radio, amplificatori...), un'altra è scimmiottare i ritrovati pubblicitari.
Questo si applica anche alla liturgia.
La messa deve essere svestita della pubblicità annessa, frutto di mode del passato, e deve essere accostata nella sua essenzialità.

GCM 05.02.04

2) Sacramento

E' stato detto che canto e musica, durante la liturgia, devono anche conciliare il senso del sacro.
L'intendimento di chi dichiarava l'idea ora espressa, era quello di lasciare il canto e la musica in un'atmosfera rarefatta, per indurre uno stato di sospensione arcana durante l'azione liturgica. Una specie di presentazione del mistero, sotto forme eteree.

La proposta era ben intenzionata. Però la messa è un'azione che prolunga nel tempo la missione del Verbo incarnato. E questi è rivelazione del Padre. "Ciò che il Padre mi ha detto ve lo ho fatto conoscere".
Gesù incarnato è superamento del sacro, perché è sacramento del Padre. Con Gesù si passa dal sacro al sacramento. Ossia da uno spazio riservato al misterioso, all'irruzione di Dio nel mondo.
Il sacro tende a sequestrare l'uomo per introdurlo in regioni non profane. Il sacramento - nella corrente accezione teologica - è la veicolazione di Dio nel mondo. Il Verbo si fece carne e abitò tra noi.

Ora musica e canto si inseriscono in un chiaro e conclamato contesto sacramentale. Essi devono aprire il sacro per donarlo all'uomo. E non aprono un sacro anonima e indefinito, ma un sacro che è il Santo, il Dio, il Padre. Perciò non sono tentativi di intimità chiusa, ma dinamiche di divinità aperta, in dialogo di salvezza e di pace.
La liturgia della messa non può favorire un inoltrarsi in regioni crepuscolari, ma deve aiutare a entrare in luci solari meridiane.

Paolo scrive: Voi non siete dell'ombra e della notte. Non è lecito propinare dei canti mormoranti e languenti, ma canti che affermano, che aprano alla luce solare del Risorto.

GCM 05.02.04

3) Oltre la tecnica

Mi è stato fatto osservare da un professore di conservatorio e compositore: distinguiamo la liturgia dalla tecnica musicale. Anche un ateo, che conosca ed eseguisca una musica tecnicamente ed esteticamente nobile, può dare il suo contributo alla liturgia.
L'osservazione è molto pertinente, ma regge a stento.

E' ben vero che necessita distinguere il professionista dal credente. Però se il professionista compone per una liturgia, deve adeguarsi alla finalità per la quale compone. Non è il punto di partenza ( la tecnica musicale, sebbene totalmente necessaria) ma il punto di arrivo che caratterizza la musica in liturgia.
Altro è comporre per il teatro e altro per un'azione liturgica.

Le stesse composizioni generiche, prendono diverso colorito dalla situazione nella quale sono eseguite. L'inno di Mameli (pace all'anima sua!) acquista un diverso colorito se eseguito durante i funerali dei carabinieri massacrati in Iraq, oppure se eseguito per festeggiare la vittoria della squadra nazionale di calcio.

Che caratterizza la liturgia è Gesù presente. Riesce un compositore ateo a finalizzare la propria composizione, qualora questa esprima Gesù che si dona?
Agli scopi liturgici della messa è più adatta la musica di un genio ateo, oppure la sincera e corretta composizione di un musicista mediocre eppure credente?
L'ateo finge mentre compone musica per la liturgia, deve fare ricorso alla propria tecnica e ai propri sentimenti, alla propria intuizione e alla propria estetica, ma non entra e non fa entrare nel mistero svelato.

I compositori spesso si specializzano in opere liriche o in sinfonie. Possibile che solo la liturgia possa fare a meno di musicisti coerenti?

GCM 05.02.04

4) Canto e cuore

Il canto nella liturgia è conseguente all'atteggiamento di chi condivide il fatto liturgico.
Ovviamente chi assiste alla liturgia, canta - se canta - secondo lo spirito che lo porta alla messa.
C'è il condannato ad assistere alla messa. Questa è un dovere, che è bene disobbligare quanto prima e quanto più presto possibile. Per costui la messa è una pena da subire. Non gli vien voglia di cantare.
C'è chi canta in una sudditanza adorante. Egli ha un atteggiamento superiore a quello del condannato alla legge della presenza domenicale a un rito. Egli si adegua volentieri a "seguire" la messa, ne trae beneficio e ne osserva tutte le norme, con religiosità sottomessa e pia.

C'è anche chi partecipa alla messa da risorto in Gesù e con Gesù. Egli si reca a incontrare altri risorti come lui, per vivere il tripudio dei risorti in Gesù.
Tripudio nel celebrare i doni di Dio nel ricordo.
Tripudio nel partecipare di Gesù nel ringra= ziamento.
E' il tripudio domenicale di coloro che formano il "Corpo di Cristo".
Essi sono passati dalla liturgia come "cosa" alla liturgia come incontro tra uomini e con Dio. Essi hanno superato la ristretta visione della messa intesa come sacrificio, per godere della messa come festa. Una festa che esprime Gesù, oggi definitivamente glorioso!

I canti per il condannato sono un freno alla sua voglia "che sia finita" (quanti preti abbreviano, il più possibile, la messa). I canti dell'adorante, sono espressione cordiale di un rito. I canti dei risorti sono esplosioni riconoscenti all'Amore di Dio.
La musica si adatta a ogni passaggio dell'incontro.
Oppure mantiene il sottofondo di festa, che vive la Risurrezione di Gesù e nostra.

GCM 05.02.04

5) salmo e inno

"La parola del Cristo dimori sempre più ricca dentro di voi, istruendovi con ogni sapienza e accatastandola dentro di voi, attraverso salmi, inni e canti ispirati, con leggiadria lodando Dio nei vostri cuori (Col. 3. 16)".
Il canto attraverso inni e salmi e lodi, serve ad accatastare nella mente (nous - tithemi) la parola del Cristo. Il canto è leggiadro, quando è rivolto a Dio.
Paolo, nel testo citato, ricorda tre tipi di canto: il salmo, l'inno, e la lode ispirata. Ciascuna di queste forme possiede uno statuto proprio e un metodo lessicale e musicale.

Il salmo è preso dalla sinagoga. Ha una lunga tradizione nel popolo ebraico, passata poi nel cristianesimo.
L'inno è di origine cristiana, e si ripeteva nei raduni dei fedeli. Tracce di questi inni sono riconoscibili facilmente nelle lettere, scritte da S.Paolo.
Il canto ispirato probabilmente era un'improvvisazione spirituale, che nasceva nel gruppo radunato per richiamare viva la parola del Cristo.
Il salmo canta Dio. L'inno canta Dio e Gesù. L'improvvisazione pervade ogni argomento che è rivolto a lode di Dio.

Oggi, nella chiesa, godiamo di una grande quantità di inni, che sono la caratteristica del Nuovo Testamento. Il nostro cantare cristiano è quindi un inneggiare, un riconoscere la bellezza e la grandezza di Gesù e del Padre.
Nella messa ogni canto, che non sia salmo, è un inno.
L'inno è un canto di gente stimolata dalla Risurrezione. E' una affermazione dell'opera e del primato di Gesù.

Anche l'improvvisazione è una lode a Dio. Un esempio di improvvisazione, arricchita strofa dopo strofa, è il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi.
Quali le caratteristiche dell'inno cristiano o del canto per la liturgia? Ne parleremo.

GCM 05.02.04

6) Canto sostenuto

Il Siracide (vissuto circa duecento anni prima di Cristo) compone una raccolta di ricordi, di sentenze, di avvertimenti. Fa anche, verso la fine dell'opera, un sunto della storia del suo popolo. Non può trascurare quindi di scrivere anche qualche riga sul re Davide, vissuto ottocento anni prima.
    Nella breve rassegna di undici versetti, ben tre sono dedicati alla cura che David aveva per la liturgia.
"Con tutto il cuore cantava inni, tanto egli amava il suo Fattore. Stabilì musici davanti all'altare per armonizzare i canti con il loro suono. Diede splendore alle feste e impresse somma bellezza alle ricorrenze, perché la gente cantava a Dio, e il suono allietava il santuario, a cominciare dal mattino" (Sir 47.8b-10).
     David era un re, che vestiva anche l'efod (la veste sacerdotale) per celebrare il suo Dio.
     David era poeta e musico, oltre che disgraziatamente adultero e assassino.

     La musica faceva corpo con il rito. E', per noi, un'indicazione importante. Infatti è la musica che entra nel culto e lo abbellisce: conferisce bellezza e armonia ai canti e alla preghiera.
     La musica sostiene il canto, durante il culto, perché "guida" le voci. Allieta il santuario anche fuori del culto, perché riempie il santuario. Il Siracide indica la funzione dei musici, come si svolgeva già ai tempi di David.

     Le caratteristiche della musica davidica erano adattate ai salmi. Ossia erano i salmi a iniziare il fatto musicale. Le parole dei salmi davano il senso del momento liturgico. Le parole poi richiamavano il tipo di melodia, come si può desumere dal titolo di alcuni salmi. La musica si adattava al testo, già di per sé significativo.
     Che dire di certi versi dei nostri canti, che si stiracchiano per adattarsi alla musica?

GCM 06.02.04