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Insofferenza

Mi aveva appena detto che non resisteva a restare in chiesa se la messa sarebbe durata più di quaranta minuti. Si sentiva imprigionata, smaniosa.
     Eppure era un'insegnante che tranquillamente prolungava le proprie lezioni per cinquanta minuti. Non immaginava quanto i suoi alunni soffrissero, passati i primi quaranta minuti di lezione!

Obiezione: i ragazzi, se intendono farlo, possono scatenarsi dopo i quaranta minuti. Scatenarsi come?
     Obiezione: altra cosa è la classe e altra la chiesa. La chiesa esige rispetto. Allora sono i muri a far la sofferenza?
     Obiezione: io non predico, ma parlo. Quest'obiezione è un po' seria. Si rimedia privilegiando una messa, nella quale si trova un prete che parli e che non predichi.
     Obiezione: tutte quelle preghiere, senza senso e recitate in fretta. Quest'obiezione è serissima. Le si ovvia, frequentando una messa, dove si pregano le preghiere. Di messe di questo tipo esistono ancora.
     Obiezione: mi sembra di trovarmi con gente che sta lì tanto per stare, che pratica e non ha fede!

Domanda: se le tue obiezioni sono queste, credi di aver fede?
Che forse la neghittosità e la paura di partecipare davvero siano una delle concorrenti al tuo disagio? Che forse il fermarti dieci minuti di più a cantare ti sono di peso, perché verso Dio nutri lo stesso sentimento di terrore che nutrivi per tuo padre? Che forse vivi la preghiera come un peso, e non come una felice occasione di incontrarti con l'amore e di esaltarlo, anche cantando?

O temi che il parroco ti sgridi, se cambi chiesa ed Eucaristia?

GCM,  04.01.03