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Beati i cantautori

Sono i privilegiato da Dio.
Inventano liberamente.
Annunciano. Penetrano nel cuore dei fan.
Di fronte a loro cosa sono i predicatori riconosciuti dall'ufficialità? - Sono sottoposti, non possono uscire fuori dalle righe. Ripetono e non annunciano. Nessuno o pochi più li ascoltano.
I cantautori non hanno censori e hanno gli stadi. Eventualmente hanno i soliti critici. I predicatori, di tutte le confessioni, hanno i loro bravi censori.

Il cantautore, se vuole, può annunciare liberamente Gesù. Quando Gesù attrae, poi si sprigiona la poesia.
Cantare Gesù è bello.
S. Bernardo (perdoniamogli la faccenda delle Crociate) diceva che il nome di Gesù per lui era musica, melos, melodia.
Leggere la Bibbia senza sentirla cantare dentro di noi, è privare la Parola di Dio di metà del suo fascino divino.
La Parola di Dio è musica, soprattutto nel testo originale.
Musica spontanea.

Le nenie imposte dai libri liturgici sono tristi. Allontanano da Dio, perché favoriscono il sonno della morte.
Avete sentito la noia mortale del cosiddetto preconio pasquale? È un'esplosione di gioia nel testo, un seppellimento da cimitero nel canto.
Un cantautore con quel testo tra le mani avrebbe fatto un salto di gioia. Meglio ancora se fosse stato un improvvisatore.
Le musiche scritte o trascritte nei libri liturgici, nacquero come improvvisazioni. Perché non stimolare ancor oggi i preti a improvvisare? Perché non permettere loro di essere gioiosi, almeno quelli che di gioia sono capaci?
Perché buona parte dei preti cantautori cercano strade diverse dalla liturgia per lodare quel Dio che amano e che cantano?
Quale responsabilità … nei preposti!
GCM 26.04.03