Azione o spettacolo?

"Ciak: azione! Si gira!" e si comincia la ripresa cinematografica o televisiva. L'azione riguarda attori, regista, macchinisti e altri. Coloro che usufruiranno del risultato della ripresa, non faranno parte dell'azione, ma si atteggeranno a semplici spettatori: godimento passivo e/o pantofolaio.

L'azione creativa si differenzia dal momento dello spettacolo: di qua gli attori, di là gli spettatori.
     La messa cattolica è azione o spettacolo, talvolta corredato anche da musiche mozartiane?

È definita: azione liturgica, ossia azione eseguita dal popolo a favore della collettività, secondo l'etimologia della parola. Liturgia: prestazione d'opera, spesso gratuita, del popolo per costruire, in pietra, le opere pubbliche, principalmente quelle difensive. Liturgia perciò è coralità di azione per il bene della comunità: tutti per uno, uno per tutti.

La triste e negletta realtà della liturgia domenicale spesso è di altro contenuto: essa, quando va bene, è ridotta a spettacolo. Due o tre attori da una parte, e una pleiade di spettatori dall'altra.
     Gli attori poi, vestendo abiti inconsueti e recitando formule stantie, riescono parte ridicoli e parte incomprensibili. Ah, se non ci fosse un po' di fede, tutto oggettivamente correrebbe il rischio di risolversi in una carnevalata! Il prete che recita e la gente che passivamente guarda, riservandosi di criticare o di dormire, e sperando che la commedia finisca presto, perché ci sono cose più importanti da fare, come per esempio la gita domenicale o la partita di calcio.

La messa autentica è azione di tutti i presenti per raggiungere il suo scopo: costruire il corpo di Cristo. "Voi siete tempio dello Spirito". Tempio edificato ogni giorno con le pietre vive che siamo noi.
     Se non ci raduniamo per agire coralmente nell'edificazione del corpo di Gesù, la nostra messa talvolta rischia di ridursi a una pantomima, recitata dal prete, a uno spettacolo deprimente senza senso, e non attua un incontro vivo e santificante.

GCM, 25.04.02