LA SALA DEL CAPITOLO

Sulla parete nord crocifisso
ligneo novecentesco 
Molto belle le due bifore (seconda metà del Duecento) che danno luce alla sala del capitolo e che consentono la vista sul chiostro.





Interessanti le opere pittoriche che decorano la sala e un piccolo parlatorio adiacente.










 






Opere pittoriche

Sopra la porta di accesso alla sacrestia: Giudizio universale attribuito ad  Alessandro Maganza, ma più probabilmente opera del figlio Giambattista. "Si può ritenere che il dipinto appartenga alla piena maturità dell'artista e sia stato pertanto eseguito tra il primo e il secondo decennio del Seicento" (F. Lodi, Pinacoteca civica di Vicenza, Catalogo dei dipinti del XVII e XVIII secolo, 2004). proprietà del Museo Civico.

 


  Nella parete di fronte, sopra la porta di accesso al parlatorio:

San Carlo Borromeo fa l'elemosina ai poveri di Giulio Carpioni, entro cornice secentesca intagliata e dorata. Opera proprietà del Museo Civico.






 

A destra della porta di accesso al Convento: un dipinto del XVI secolo raffigurante Gesù con due discepoli verso Emmaus. "Opera quanto mai prossima ad Andrea Meldolla detto lo Schiavone " (Arslan, 1956)




Dalla sala capitolare si accede ad un piccolo parlatorio.
Il locale è piuttosto angusto e buio, perciò i quadri in esso presenti non sono particolarmente valorizzati.

Immediatamente a sinistra della porta di ingresso: una piccola tela con la Madonna, il Bambino e san Giovannino.
La tela potrebbe rivelarsi di notevole interesse a una pulitura accurata; si lascia intuire opera cinquecentesca, veronesiana. Prprietà del Museo Civico.

Sulla parete di fronte: grande tela raffigurante un Santo Vescovo, la Maddalena, San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista e Sant'Antonio che resuscita il defunto perchè scagioni il padre dall'accusa di omicidio.
Attributo da Arslan (1956) a Pietro Liberi (replica originale di un dipinto alle Dimesse di Padova, ora distrutto).
Si trovava sulla parete della seconda campata a destra. (Fontana, 1985)
"Le precarie condizioni di conservazione della tela di San Lorenzo, l'ossidazione dei colori e la presenza di ridipinture non consentono di confermare l'autografia liberiana, anche se la qualità del tessuto di supporto e la materia cromatica sono secenteschi". (Binotto, 1995)