Altare Pojana

Il grandioso altare, voluto da Odorico di Gregorio Pojana (cfr. gli stemmi di famiglia nei pennacchi dell'arcata) si trova nel braccio destro del transetto.
Presenta motivi architettonici, scultorei e pittorici, ben armonizzati tra loro.
E' il risultato, stilisticamente bello e interessante, della fusione di più elementi.



Altare originario che un'iscrizione murata sulla destra dice datato 1474 e dedicato al Corpo di Cristo.
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Trittico (1456) proveniente dalla distrutta chiesa di S. Bernardino.




Mensa novecentesca e urna del vescovo Liberato, qui inopportunamente collocata nel 1928

Due pilastri riccamente ornati con capitelli corinzi sorreggono due mensoloni sui quali poggia larga arcata decorata, nell'intradosso, con rosette e cherubini.

"L'opera non trova riscontri convincenti nell'ambiente vicentino dell'epoca neppure pensando, come è stato suggerito, alla bottega di Giacomo da Porlezza; sarebbe forse da rivolgersi a quello della vicina
Padova" (Barbieri-Cevese, 2004).


 


Di problematica attribuzione l'affresco della lunetta che rappresenta la crocifissione tra la Madonna e San Giovanni.  (Bartolomeo Montagna?, Giovanni Buonconsiglio? altri?).

Sotto la lunetta sono dipinti, in due medaglioni, i busti di Abramo e Isacco; tra i due medaglioni tre angeli.

Secondo vari studiosi (Sartori, Mantese, ecc.) il trittico lapideo (1456) proveniente dalla distrutta (1707) chiesa di San Bernardino sarebbe stato incastonato, nel 1721-32, nel primitivo altare.
Rappresenta, al centro, il Cristo nel sepolcro, scorciato dal basso; lo sorreggono due angeli. Ai lati, entro nicchie, San Bernardino (a dx) e San Francesco.
Nella lunetta il Padre Eterno tra teste di angeli.
Esterni alla lunetta la Madonna e l'angelo annunciante.

 "Discende direttamente, anche per la stessa iconografia, da prototipi realizzati da Donatello, pochi anni prima (1443-1450), per l'altare maggiore nella padovana basilica del Santo, stemperandone però in qualche modo la drammaticità" (Barbieri-Cevese, 2004)

Controcorrente, e suggestiva, la tesi sostenuta da Maria Signori (Arte Veneta, n. 64, 2007) secondo la quale il trittico (la cui datazione non è con certezza documentata) non sarebbe stato incastonato nell'altare, provenendo da S. Bernardino, ma sarebbe opera commissionata dai Pojana, intorno alla quale sarebbe stato successivamente costruito l'altare (tra il 1462 e il 1473).

Ai lati dell'altare sono le statue di Santa Chiara ed Eslisabetta (Giuseppe Giordani, 1954), che hanno sostituito due busti, ora ricoverati in chiostro.