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Altare maggiore

 

 

L'altare è opera settecentesca

Il Lanzi, nella sua cronaca, ci dice che il primitivo altare fu demolito nel 1731 "per riedificarlo in altra e miglior forma, che rendesse più luminosa la chiesa".

Nel 1938, vi fu collocato e adattato un tabernacolo secentesco, proveniente da San Giovanni in Bragora di Venezia.

Sopra l'altare pende un crocifisso ligneo del sec. XV (qui collocato nel 1960).



 

Del primitivo altare, eretto nel 1289 e donato da Guidone da Porto, restano la mensa monolite e le colonne tortili.

Sull'antica mensa, visibile dietro l'attuale altare, si legge la scritta, in caratteri gotici:

Da Portis proles Guidonius condidit aram mill. ducentesimo nono secunda ind. hanc ob evitandam pestem tortoris amaram

Con il dono dell'altare, Guidone da Porto ha voluto, probabilmente, allontanare da sè il sospetto d'eresia e, conseguentemente, il rischio della tortura.

Fu rinnovato nel 1422 dagli eredi di Tommaso Proti (Sartori, 1953, p. 27).

Dall'altare, nel 1588 (Sartori, La chiesa di San Lorenzo in Vicenza, 1953, p. 17), fu tolto il polittico con la Dormitio Virginis e Santi Francesco e Antonio, dipinto, per l'altare, da Paolo Veneziano nel 1333.


Lo sfondo dorato e il vivace cromatismo delle figure facevano di quest'opera il "vertice del bizantinismo di Paolo (Barbieri, Vicenza gotica: il sacro, 1982, p. 27) e costituivano il più appropriato coronamento alla luminosa architettura della chiesa.

La "astrazione squisitamente decorativa (Pallucchini) della Dormitio, evidenzia il bizantinismo di Paolo, che si rifà allo schema delle icone bizantine, mentre i santi laterali riecheggiano la plasticità giottesca (Toesca)

Il dipinto, su tavola, subì traversie diverse per giungere, smembrato, privato della cornice lignea e mutilato, nel 1849 al Museo Civico dove è tuttora conservato.