Da S.Francesco a S.Lorenzo

La zona dove si trovava la chiesa di San Francesco era popolosa e il clero non mancava; i frati desideravano, per svolgere la loro attività, un luogo di più ampio respiro e possibilmente più lontana dal Duomo. Dovevano anche, in obbedienza a ordini superiori, allontanarsi di là perchè quella contrada era divenuta per opera del Demonio un postribolo della città per dimorarvi le pubbliche meretrici (Barbarano).

Non appena si offrì l'occasione, permutarono la loro San Francesco con San Lorenzo in Portanova, una delle sette cappelle della Cattedrale, a ridosso della mura, eretta nel 1242. L' atto di permuta venne stipulato il 13 luglio 1280.

Il particolare della Pianta Angelica evidenzia la posizione di san Lorenzo "decentrata" verso le mura, a ridosso della Porta Nova.

Il XIII secolo è per Vicenza - e non solo - momento di grande risveglio religioso, soprattutto grazie all'imponente movimento dei Mendicanti.

Dopo la morte di Ezzelino da Romano (1259), la città torna alle libere magistrature comunali e gli Ordini mendicanti, appoggiati dal Comune grazie al loro essere dipendenti dal papa più che dal vescovo, vi si insediano, dividendo, per così dire, la città in zone di influenza.

Nel quartiere a sud ovest si trovano la Cattedrale e l'episcopio

Le "residenze" dei Mendicanti stanno sempre in prossimità di porte principali: Santa Corona non lontana da Porta S. Pietro
S. Michele vicino alla Porta di Berga
S. Lorenzo quasi adiacente a Porta Nova

Colpiscono, tra l'altro, le dimensioni degli insediamenti delle chiese e delle pertinenze, in una città che aveva mura di circa 2620 metri (Barbieri) e al massimo, a fine secolo, 5-6000 abitanti (Mantese).
Tanto più che, in area urbana, il numero delle chiese costruite in questo secolo e precedentemente, era cospicuo.