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Enzo

13.06.12

Buonasera Padre Celso,
                                   la prego di non desistere nell'inviare le Sue riflessioni.Sono vere preghiere.Inoltre oggi è una data particolare.Antonio era il nome del mio papà che il mese scorso avrebbe compiuto 100 anni.Ho avuto la Grazia di stringerlo fino a 93 anni.Questo vuol essere il modo di onorarlo nel giorno del 13 giugno,S.Antonio.
Questa sera,sono convinto,sia lo Spirito ad avermi indotto a rileggere le ultime riflessioni che Lei ci ha mandato su un argomento così intimo e spinoso qual'è la debolezza.Troppo spesso la celiamo con cura quasi maniacale,quasi fosse una colpa, o peggio,un peccato inconfessabile.
Le persone a noi care,e che ci amano senza riserve,hanno però rispetto di queste debolezze,e gioiscono con noi nel momento stesso in cui le riconosciamo e tentiamo con l'ausilio instancabile della Fede di trasformarle in qualcosa di positivo.
Resto però allibito a volte quando le persone sulle quali riponiamo piena fiducia perchè vecchi compagni di viaggio o di sventura,ci fanno capire più o meno velatamente che si tratta,come le chiama Lei, di cattiva volontà o peggio.
L'efficienza deve venire prima di tutto il resto,anche se non si sa più dove trovare una scintilla di energia.Ammettere i propri limiti umani e caratteriali sembra diventare una manovra indegna e di basso profilo per alcune persone.
Possibile allora non trovare modo di spiegare che Gesù ci sta guardando e sostenendo?Tutto l'affannarsi per vicende che sono importanti solo per procurarci il necessario per vivere,distribuendo gomitate in tutte le direzioni,non aggiungeranno una virgola nella bisaccia dei nostri meriti da presentare al suo cospetto!Non intendo demordere,tradirei,prima di tutto,me stesso.
Devo però ammettere che,pur confortato dai miei principi di cristiano,che mi danno modo di guardare oltre la delusione generata,umanamente,tali fatti hanno,il potere di ferire,almeno nel mio caso.
Così come Lei accennava giovedì scorso,alla fine della lezio,ci si affida più a sensazioni scaturite  da situazioni di Fede vissuta,che,aggiungo,attraversa pozze di sofferenza,in cui ci si bagna inevitabilmente.A questo punto,preghiera,per favorirne l'evaporazione. 
Gesù ha tracciato il sentiero,percorrendolo per primo.Voglio seguirlo,per credere nel suo Vangelo.
Enzo