HOME

Home > Lettere e risposte > 1 Lettere prima del 12 > Fine corsa di un’iniziativa

Fine corsa di un’iniziativa

Sono venuta a conoscenza che il Centro Veneto per la Sacra Rappresentazione sarà sciolto. Ne deduco che le belle sacre rappresentazioni, che gustiamo nel Tempio di S. Lorenzo, non si faranno più. È una cosa triste. Lei, che è l’animatore delle sacre rappresentazioni, che ne pensa?
E. T.
Si rassereni, Signora, perché le sacre rappresentazioni continueranno a essere presenti nel Tempio di S. Lorenzo, fino a che il Padre lo vorrà.

Io sono fuori da quel Centro Veneto ormai da anni: prevedevo che, senza di me, o prima o poi esso si sarebbe chiuso. Previsione facilissima.

Può recare pena che un sogno bellissimo stia tramontando (oppure è tramontato da molto tempo!) , però questo tramonto non riguarda la sacre rappresentazioni che da un decennio si svolgono a S. Lorenzo. Le rappresentazioni a S. Lorenzo, che aveva dato l’impulso affinché anche il centro moribondo seguisse la sua strada, presentemente, come nel passato, sono organizzate dalla SPERI (SPiritualità E Ricerche) e non dal CVSR (Centro Veneto per le Sacre Rappresentazioni), che, a quanto mi consta, ha sovvenzionato due sacre rappresentazioni: una nel 2001 servendosi di un’associazione che poi fu sostituita dalla SPERI, e l’altra in nome proprio, proponendo un lavoro di R. Zironda. Poi, pur avendo un cospicuo fondo finanziario sostenuto dall’Amministrazione Provinciale di Vicenza, partecipò solo ad alcune conferenze.

Ora mi sembra opportuno che noi, della SPERI, continuiamo il nostro lavoro, che non è per nulla turbato dalla fine del CVSR. Stiamo preparando la nostra diciassettesima sacra rappresentazione. Tutti siamo convinti che l’autentica sacra Rappresentazione è semplicemente un’icona di Gesù. L’icona si realizza con preghiera, convinzione, creatività, e lunga concorde fatica: disposizioni, alle quali non tutti sono adatti.

Noi, SPERI, per essere aderenti alla preghiera richiesta dall’icona, crediamo opportuno trasmettere in sacre rappresentazioni le stesse parole del Vangelo. Al proposito ho sentito dire, da chi doveva realizzare sacre rappresentazioni, che per esse ci sono dei testi più “importanti” (sic!). Noi crediamo che il Vangelo, ispirato dallo Spirito Santo e veicolo dello Spirito Santo sia il migliore testo per una sacra rappresentazione.

Tuttavia sarei fuori della verità, se non raccontassi in sintesi la vicenda del CVSR, per quanto mi attiene.

Il CVSR infatti lo creai io. E non era un aborto. Fui io che indicai all’Amministrazione provinciale di Vicenza, che voleva offrire un dono alla Chiesa di S. Lorenzo in occasione dell’apertura dell’anno santo 2000, l’opportunità di creare il CVSR. Mi accordai con l’allora segretario di Presidenza Franco Pepe, per la creazione di tale centro. Il mio suggerimento piacque tanto, che nel Consiglio Provinciale, la proposta fu approvata quasi all’unanimità. Da quell’approvazione in poi ebbi contatti con l’allora Assessore alla cultura, Antonio Franzina, e con la Dr. Antonia Sandrini, per pianificare la realizzazione. Mi sobbarcai molte incombenze: stesi di mio pugno lo Statuto della futura associazione, che poi ebbe una insignificante lieve modifica e fu approvata dall’ufficio legale della stessa amministrazione, presi contatto con un notaio (Dr. Angiola Giordani), avvicinai e invitai le persone che dovevano formare il primo provvisorio Consiglio di Presidenza, mi prestai a fornire il superiore del convento, P. Maurizio Stedile, di delega da parte del Superiore Provinciale del nostro Oredine, feci il cavalchino per organizzare la firma dello Statuto. Come compenso il successore del Dr. Antonio Franzina, durante un Consiglio di Presidenza, osservò che durante l’estate non era stato fatto nulla. A questa bella uscita, vidi sobbalzare la Dr. Sandrini, presente a quel raduno.

Primo Presidente del CVSR fu il Dr. Luigi Caldana. Che diligentemente esplicò tutte le pratiche amministrative e civili, inerenti alla creazione di una nuova associazione.

Il Consiglio di Presidenza, secondo lo Statuto, doveva scadere nel primo raduno dell’Assemblea (che poteva essere composta anche da un numero sufficiente di membri per “fare collegio”) e che si doveva tenere all’inizio del nuovo anno. A quanto mi risulta, non fu mai convocato, nonostante la norma chiara dello Statuto. Durante alcune sedute del CdP, feci notare che quella convocazione era necessaria, ma ebbi soltanto risposte irritate da parte di qualcuno.

Nel primo raduno del CdP, la preoccupazione non fu quella di capire lo Statuto e lo spirito che l’aveva ispirato, ma la preoccupazione di tutti, tranne la mia, si incentrò su come far propaganda del CVSR, sull’intestazione della carta da lettere (che io avevo già preparato ma che fu bocciata perché “troppo semplice”), sulla prima manifestazione di pubblicità. Fu nominato segretario del Consiglio, il Dr. Renato Zironda. Compito del segretario è quello dell’organizzazione. A questo compito, all’interno del nuovo CdP, avevo già ipotizzato la presenza di un’altra persona, molto attiva.

In poche battute stabilirono che si tenesse un concerto di apertura (cosa non attinente esattamente con lo spirito dello Statuto), per pubblicizzare la nuova associazione. Il Presidente si assunse il compito di scrivere lettere e di spedirle. Gli altri compiti rimasero nel vago, anche perché spettavano al segretario. Io vista la situazione, non mi assunsi alcun compito, perché il tutto era di pertinenza del segretario. Non furono tenuti in considerazione i tempi tecnici per le realizzazioni, il luogo dell’incontro. Tutto era stato lasciato incerto (cosa per me inconcepibile: perciò fui curioso di vedere come sarebbe andata a finire). Infatti la data di quel concerto sarebbe dovuta essere a distanza di qualche decina di giorni da quel raduno. Io mi prestai solamente, assieme con altri, a cercare il dicitore del concerto. Ma non riuscii a nulla. In prossimità della data, anche il segretario si ammalò e non poté agire. Così quel concerto non si tenne. Allora il Presidente diede le dimissioni.

In un successivo raduno, il CdP elesse a Presidente la Dr. Maria Carolina Colla Pellizzari. Ella radunò un convegno - non rituale – a casa sua, con altri membri del CdP, escludendo esplicitamente me, che pure ero stato invitato in un primo tempo; in compenso invitò a presenziare alla chetichella il superiore del convento. Non solo, ma a una iniziale tavola rotonda per presentare il CVSR escluse tra i relatori la presenza del fondatore.

Quando l’Amministrazione Provinciale fu rinnovata, il successore del Dr. Franzina, nonostante le mie ripetute richieste, non volle prendere contatto con me, ma accolse la Presidente e un membro del CdP del CVSR. Era un chiaro segno dell’animo dell’Assessore. Ancora adesso mi chiedo il perché.

Cercai di capire qualche cosa parlando con il Dr. Franzina, che nel frattempo era stato assunto come dipendente presso l’Amministrazione Provinciale. Egli non si espresse.

Nei successivi raduni del CdP fui espressamente osteggiato. Fuori del CdP l’assessore, dopo aver detto un certo numero di inesattezze (solo di inesattezze di uno sopravvenuto all’ultimo momento?), mi denigrò come io fossi più ambizioso di un politico, soltanto per il motivo che reclamavo lo spirito per cui creai il CVSR e l’osservanza dello Statuto, che prevedeva l’elezione del CdP da parte dell’Assemblea. Quel iniziale CdP è rimasto in carica fino all’estinzione dell’associazione.

La divergenza di opinioni (io da una parte e tutti gli altri dall’altra) era semplice: io avevo creato il CVSR per continuare l’opera di evangelizzazione iniziata con alcune sacre rappresentazioni già realizzate e che si continua a realizzare ancor oggi; altri volevano dare un taglio esclusivamente accademico. Seppi più tardi che anche il mio superiore di allora era d’accordo con gli altri.

L’unica decisione che mi restava, fu quella di ritirarmi dal CVSR, cominciando con il disertare l’ultimo CdP, cui ero invitato e contemporaneamente scrivendo al mio superiore una lettera di rinuncia al mio incarico di rappresentante stabile del convento presso il CdP. Consegnai la lettera al Superiore, che ricevendola si infuriò pubblicamente contro di me, canzonando (lo ricordo bene come una ferita) il mio usare la parola “Padre” per indicare Dio.

Da quel momento per me fu chiuso con il CVSR, mentre continuai e continuo fino a oggi, a curare l’evangelizzazione per mezzo delle Sacre Rappresentazioni.
                                         G.C.M.